Digital Markets Act: cos’è
Nell’era digitale, la regolamentazione è diventata un argomento di discussione sempre più rilevante. Uno dei primi sforzi di giurisdizione in questo settore è proprio il Digital Markets Act (DMA), la normativa europea sui mercati digitali, pensata per garantire mercati digitali equi e aperti e destinata a ridefinire le regole del gioco per le grandi piattaforme sistemiche.
Il DMA stabilisce, in primis, una serie di criteri oggettivi e molto precisi per definire le piattaforme online di grandi dimensioni che esercitano una funzione di controllo dell’accesso, i “gatekeeper”, con l’obiettivo principale di garantire una concorrenza leale e prevenire comportamenti anti-concorrenziali.
Gatekeeper: chi sono
Lo scorso 6 settembre, la Commissione europea ha annunciato la lista dei gatekeeper, che per via della loro dimensione dovranno applicare entro sei mesi una lista di regole stringenti, così da garantire il libero accesso al mercato.
Sono sei le società individuate dal Digital Markets Act: Alphabet (Google), Amazon, Apple, ByteDance (Tiktok), Meta (Facebook, Instagram) e Microsoft.
Si tratta di imprese che operano in otto settori diversi, per un totale di 22 piattaforme:
- social network (TikTok, Facebook, Instagram, LinkedIn),
- servizi di intermediazione (Google Maps, Google Play, Google Shopping, Amazon Marketplace, App Store, Meta Marketplace)
- video sharing (YouTube)
- N-IICS (WhatsApp e Messenger)
- ads (Google, Amazon, Meta)
- sistemi operativi (Google Android, iOS, Windows PC OS)
- search (Google Search)
- browser (Chrome e Safari).
Tutte queste piattaforme:
- detengono una posizione economica forte, hanno un impatto significativo sul mercato interno e operano in più Paesi dell’Ue;
- occupano una forte posizione di intermediazione, collegano cioè un’ampia base di utenti a un gran numero di imprese;
- detengono (o stanno per detenere) una posizione solida e stabile nel tempo sul mercato.
Digital Markets Act: cosa cambia per i gatekeeper
Le nuove norme europee stabiliscono obblighi e divieti per queste piattaforme.
Ad esempio, i gatekeeper dovranno:
- rendere i propri servizi interoperabili per i terzi in situazioni specifiche
- consentire agli utenti commerciali di accedere ai dati che generano utilizzando la piattaforma
- fornire alle imprese che fanno pubblicità sulla piattaforma gli strumenti e le informazioni necessarie per consentire agli inserzionisti e agli editori di effettuare verifiche indipendenti dei messaggi pubblicitari ospitati dalla piattaforma
- consentire agli utenti commerciali di promuovere la loro offerta e concludere contratti con clienti al di fuori della piattaforma.
Non potranno poi più:
- riservare ai propri servizi e prodotti un trattamento favorevole in termini di classificazione rispetto a servizi o prodotti analoghi offerti da terzi sulla loro piattaforma
- impedire ai consumatori di mettersi in contatto con le imprese al di fuori della piattaforma
- impedire agli utenti di disinstallare applicazioni o software preinstallati, se lo desiderano
- tenere traccia per motivi pubblicitari degli utenti finali al di fuori dei servizi essenziali della piattaforma, senza previo consenso dei diretti interessati.
Il dibattito su impatti e risultati
Gli impatti del DMA sono oggetto di intensa discussione.
Molti esperti ritengono che questa legge possa promuovere una maggiore concorrenza, incoraggiando nuovi player a entrare nel mercato digitale e offrendo agli utenti maggiore scelta.
Tuttavia, ci sono anche preoccupazioni sul fatto che il DMA possa rallentare l’innovazione e la crescita economica, poiché le aziende potrebbero essere più caute nel cercare nuove opportunità.
Per le aziende, è quindi essenziale rimanere informati sugli sviluppi futuri relativi alla normativa per adeguare le proprie strategie digital in un contesto in evoluzione.
Fonti:
https://digital-markets-act.ec.europa.eu/about-dma_it
Articolo di Anna Serena